IMPORTANTE: L’ASSICURAZIONE SULLE CALAMITA’ NATURALI
Piove sul bagnato. Le alluvioni che hanno interessato il Lago Maggiore, Milano, Genova, Parma e Carrara hanno nuovamente portato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema delle calamità naturali nel nostro Paese. Una gestione dissennata del territorio e la mancanza delle misure volte al risanamento idrogeologico, di cui pure si proclama da tempo la necessità, le rendono più frequenti.
Negli ultimi dieci anni le alluvioni e le calamità naturali, a livello mondiale, sono costate il doppio che in passato. Si stima che ogni anno circa mezzo miliardo di persone vengano colpite da inondazioni, frane , allagamenti di vaste aree territoriali, con danni crescenti che lo Stato non è mai in grado di ristorare in misura significativa. Se nel 1970 i danni da alluvione erano stati stimati tra 1 e 2 miliardi di dollari, nel 2011 quella cifra è salita a oltre 15 miliardi.
Le reazioni dei cittadini. Recentemente non sono mancate forme di risposta collettiva, anche se un po’ confuse. Si è trattato, infatti, di manifestazioni di panico, di rivolta contro le istituzioni e contro gli organismi preposti alla prevenzione delle calamità naturali, di invocazione affinché lo Stato intervenga con misure emergenziali e con finanziamenti.
La situazione italiana. L’Italia è tra i pochissimi Paesi in cui il costo dei danni provocati dalle calamità è totalmente a carico dello Stato. Si calcola che solo nel decennio 1994-2004 lo Stato italiano abbia speso oltre due miliardi di euro l’anno per danni derivanti da alluvioni, frane, terremoti. E nell’ultimo successivo decennio questa cifra è ulteriormente cresciuta, aggravando una situazione già resa tragica dalle cattive condizioni economiche complessive, dall’inadeguatezza della classe politica, dall’inefficienza della macchina amministrativa e dalla corruzione. Si aggiunga che, mentre nella maggioranza degli altri Paesi il principale ammortizzatore in caso di catastrofi naturali è costituito dal sistema assicurativo nel suo complesso, in Italia ciò non avviene.
Dal momento che le emergenze dovute alle calamità naturali si stanno trasformando da fatti episodici a occasioni sempre più comuni, il Paese è chiamato a mettere in sicurezza le aree più esposte al rischio di calamità, passando dalla logica delle emergenze alla cultura della prevenzione che per decenni è rimasta solo sulla carta.
La bozza del disegno di legge presentato in Senato e recante la “Disciplina dell’assicurazione degli immobili a copertura dei rischi derivanti da calamità naturali” riporta che “l’Italia è rimasta uno dei pochi Paesi europei ad essere sprovvisto di un moderno strumento di copertura a favore dei cittadini colpiti da calamità naturali, pur essendo il territorio nazionale – e ciò rappresenta una inammissibile contraddizione – esposto a un’altissima probabilità di rischio sismico e, per di più, sistematicamente colpito da alluvioni e da frane”.
Sistema misto pubblico-privato. La creazione di un sistema misto pubblico-privato è quanto la bozza del disegno di legge propone per superare la difficoltà del Governo di reperire le risorse finanziarie necessarie per avviare opere di ricostruzione e di sistemazione del territorio contro le calamità naturali. I danni subiti dai cittadini dovrebbero essere risarciti prima dagli assicuratori e poi dallo Stato.
Meccanismo delle riserve di equalizzazione. Il modello proposto si basa sul meccanismo delle riserve di equalizzazione, vale a dire sugli accantonamenti effettuati dal settore privato per far fronte al rischio di catastrofi non ancora verificatesi. Nel caso in cui le riserve non bastassero a rimediare ai danni subiti, lo Stato garantisce il suo ulteriore intervento.
Tale sistema misto pubblico-privato sarebbe messo in atto mediante la copertura del rischio catastrofale con polizze di assicurazione, istruite appositamente dalle imprese di assicurazione, oltre alla classica polizza incendio sulle case.
Per attivare il risarcimento sono necessarie la dichiarazione di calamità naturale e la sussistenza di una polizza di assicurazione che preveda la copertura dei danni da calamità naturali.
Abbattimento dell’aliquota di imposta. Un incentivo alla sottoscrizione delle polizze incendio, previsto dalla bozza del disegno di legge, è l’abbattimento dell’aliquota di imposta al 12,50%, che evita incrementi di premio per i sottoscrittori, contribuisce alla diffusione delle polizze e aggiunge un flusso di gettito per lo Stato.
La bozza evidenzia che i cittadini proprietari di immobili non assicurati non possono ottenere gli stessi benefici di ristoro del danno goduti invece dagli assicurati danneggiati.
I benefici sono estendibili anche agli immobili a uso esclusivamente abitativo facenti capo a imprese e a società.
Mutualità tra i cittadini. Per evitare che chi è maggiormente esposto al rischio possa finire col pagare premi insopportabili, la bozza del disegno di legge prevede una solidarietà tra i cittadini più esposti al rischio e quelli che abitano in zone con minore probabilità di evento catastrofale. È importante, dunque, che lo strumento assicurativo possa contare su un’ampia platea di assicurati, anche in aree meno esposte.
Intervento dello Stato. Nel caso di cittadini privi di un reddito sufficiente a sostenere le spese di un’assicurazione, lo Stato garantisce la ricostruzione o la riparazione dell’immobile distrutto o danneggiato.
Solo il 2% assicurato nel nostro Paese. Le statistiche riportano che meno del 2% degli immobili presenti sul territorio è assicurato con polizze anti calamità. Il dato diventa ancora più sensibile se si pensa che molte compagnie propongono interessanti polizze specifiche o estensioni di quelle comuni “multirischi” relative alla casa. In particolare, però, le polizze relative alle alluvioni sono praticamente inesistenti a causa dei prezzi proibitivi che comportano.
I costi di un’assicurazione. E proprio i costi elevati sono tra i primi motivi che impediscono ai cittadini di considerare l’ipotesi di un’assicurazione contro le calamità naturali. Il prezzo finale può dipendere dalla zona in cui l’immobile è situato, con picchi relativi alle zone sismiche, dall’età dello stabile, dalle caratteristiche costruttive delle strutture portanti, dal numero dei piani. Per una casa di circa 100 metri quadrati, il premio destinato alla compagnia può andare da 100 euro all’anno ai 250, nel Meridione.
Relativamente alle alluvioni, le polizze non sono frequenti e, comunque, nessuna si spinge a coprire i danni causati dalle inondazioni. In questo caso, i prezzi possono variare da un minimo di 100 euro a un massimo di 400 all’anno, ancora una volta in base alla zona in cui è situata l’abitazione.
Obbligatorietà delle polizze? Dai costi esaminati si evince che, paradossalmente, dove essi si mantengono bassi è inutile stipulare una polizza mentre dove bisognerebbe farlo i costi lo rendono proibitivo. Tuttavia, si deve mettere in evidenza che le elevatissime spese cui le casse statali devono far fronte in caso di calamità hanno spinto il governo a prendere in considerazione l’obbligatorietà delle polizze contro le calamità naturali, sul modello di quello RCA per i danni derivanti dalla circolazione degli autoveicoli.